KITSCH HAMLET

Un Amleto rinchiuso in una stanza. I suoi tre fratelli, “eroi” mediocri, ordinari e squallidi, serviti e riveriti da una madre morbosamente dedita alla famiglia. Ofelia, cui viene concesso il diritto di esistere nella sola follia.

Un contesto di case popolari degradato e pervaso di sottocultura di massa, dove le madonnine sui pianerottoli hanno un lumino acceso tutto il giorno e a ogni angolo sorride la barba di Padre Pio. La provincia calabrese è la provincia italiana ormai massificata, modellata su valori, atteggiamenti, luoghi comuni, piccoli miti usa e getta, scodellati dai più scadenti e popolari programmi televisivi.

I tre fratelli protagonisti esprimono tra loro una lingua “muta”, che esprime solo quello che il gruppo già sa, e su cui mai s’interroga. Questi ragazzi della provincia calabrese, come milioni d’altri, sono “a disposizione”.

La loro insicurezza può farne carne da cannone, assassini, fanatici, o semplicemente osservanti che non credono ad altra storia che non sia il luogo comune. Un contesto troppo banale per ospitare la tragedia vera. Uomini troppo “piccoli” per essere eroi. Oggi, qui, non c’è spazio per Amleto, per Shakespeare. Chi potrebbe capire le sue parole?

Premi e riconoscimenti

Testo segnalato al PREMIO UGO BETTI 2005

 

 

PUBBLICAZIONI

Kitsch Hamlet (in italiano) di Saverio La Ruina, Hystrio, anno XIX, n. 1/2006
Kitsch Hamlet (in dialetto calabrese) di Saverio La Ruina, Abramo Editore, 2006

Crediti

Ideazione, testo e regia Saverio La Ruina

con Dario De Luca, Oriana Lapelosa, Rosario Mastrota, Fabio Pellicori, Giovanni Spina, Guglielmo Bardi

Assistenza alla regia Monica De Simone

Luci e fonica Danila Blasi

Organizzazione Settimio Pisano

Anno di produzione: 2004