Liberamente tratto dalla fiaba calabrese Le tre raccoglitrici di cicoria raccolta da Letterio Di Francia
Una madre e tre figlie, poverissime, per vivere devono raccogliere cicoria. Un giorno, nello sradicare un grosso cespo, la maggiore delle tre, Teresina, trova una botola che dà accesso ad un’abitazione sotterranea. Teresina non farà più ritorno a casa. Concetta, la secondogenita, partirà alla ricerca della sorella perduta, e sparirà anch’essa senza lasciare traccia. L’ultima delle sorelle, Mariuccia, seguendo le orme delle altre, agirà con astuzia e farà luce sui segreti di quella casa e sul suo oscuro inquilino. Una favola nera, dove si intreccia cannibalismo arcaico e violenza, immersa in uno spazio/tempo lontano eppure così vicino a noi, tanto vicino da farla diventare una favola vera.
Dopo le vicissitudini della Reginotta raccontate nella riscrittura di Re Pipuzzu fattu a manu (2019), e le fantasie sessuali di Tirisina la pacchiana ne I 4 desideri di Santu Martinu (2023), Dario De Luca con Le tre Cicoriare chiude una trilogia dedicata alla riscoperta della fiaba calabrese e, in particolare modo, all’antologica raccolta da Letterio Di Francia, per raccontare di un’altra eroina della tradizione orale calabrese: Mariuccia, donna volitiva e impavida, simile a tante altre che popolano le fiabe della nostra regione. Affascinanti figure dal potere arcaico e pagano che stanno avanti, anzi spesso conducono ed educano, i maschi coprotagonisti delle storie.
Italo Calvino inserì la fiaba nella sua Antologia delle fiabe italiane col titolo “Le tre raccoglitrici di cicoria”.
Crediti
testo, spazio scenico, disegno luci e regia Dario De Luca
Sonorizzazioni elettroacustiche originali eseguite dal vivo Gianfranco De Franco
Amministrazione Tiziana Covello
Organizzazione e Distribuzione Egilda Orrico
Produzione Scena Verticale
Prima Nazionale | Primavera dei Teatri 2026
