Otello e Desdemona faccia a faccia. Lui in carne ed ossa, lei trasposta su un maxi schermo collegato ad un computer, secondo le regole tecnologiche del virtuale. Di contorno: il padre di Otello, troneggiante ad un lato del palco come icona in un santuario e Iago, incarnazione di un tormentone che si rifà ad ossessioni esistenziali. Un quadro ispirato a Shakespeare ma fuori dalla cornice strettamente descrittiva dell’opera, in cui trovano posto produzioni di videomaker e dialetto calabrese. In un contesto segnato dalla claustrofobia sentimentale, dal feticismo e dall’incombente tragedia, Otello vive tutta la sua malata solitudine dopo la morte di Desdemona, angelo perverso eppure musa ispiratrice di infinita poesia amorosa. Un carosello di umanità in bilico sull’orlo della tragedia, confusa e inconsapevole dell’imminente caduta.