I 4 desideri di Santu Martinu
I 4 desideri di Santu Martinu è una riscrittura, in dialetto calabrese, liberamente tratta da alcuni fabliaux anonimi medievali, e parte da uno spunto – quello dei desideri concessi per volontà soprannaturale e sprecati per stupidità o cattiveria – presente in tutte le letterature.
In Occidente, nell’ambito fiabesco, questo tema lo si ritrova in La Fontaine, Perrault e nei fratelli Grimm. Dario De Luca e Gianfranco De Franco, nelle vesti di trovatore e musico, riscoprono la letteratura popolare oscena del XII e XIII secolo e prestano corpo e fiati a questo racconto folle e divertente. Una favola boccaccesca per celebrare l’amore e le sue vere gioie durature: il desiderio di una donna e di un uomo portato a vette parossistiche, che utilizza il gioco dell’abnorme e dell’assurdo come deformazione fantastica della realtà, in cui è possibile celebrare l’eros e le sue intime membra.
Le parole sembrano sgorgare come canti goliardici dei Carmina Burana, in un trionfo di suoni, sensi e doppi sensi piccanti, senza mai cadere nella volgarità, ma anzi utilizzando la forza dissacrante dei contenuti satirici, ribelli alla comune morale di facciata.
La lingua utilizzata è una lingua calabrese inventata per la scena: un pastiche suggestivo che, come un organismo vivente in continua evoluzione e cambiamento, risente delle decine di influenze dialettali ricevute dall’autore nel suo percorso artistico da poeti e autori calabresi del passato e coevi; con echi che vanno dalle lingue della pre-Sila a quelle delle Serre cosentine, fino a sonorità provenienti dai borghi calabro-lucani del Pollino.
Le musiche, ci immergono in timbriche instabili e sfuggenti che odorano di caminetto e di vino; che evocano tarante e valzerini sghembi che furono e che saranno. I fabliaux (in italiano favolelli) sono brevi racconti in versi, sorti alla fine del XII secolo, le cui origini vanno ricercate nella tradizione classica latina e greca. Vi si narravano storie comiche e spesso oscene in toni crudamente realistici o satirici.
Il genere influenzò autori come Rabelais in Francia e Boccaccio in Italia.
Crediti
Liberamente tratto da fabliaux anonimi medievali
Con Dario De Luca e Gianfranco De Franco
Testo, spazio scenico, disegno luci e regia Dario De Luca
Musiche originali e disegno sonoro Gianfranco De Franco
Costumi e oggetti di scena Mariella Carbone
Allestimento e assistenza alla messinscena Giovanni Spina
Amministrazione Tiziana Covello
Organizzazione e Distribuzione Egilda Orrico
Produzione Scena Verticale
Anno di produzione 2022
Con il supporto di MatrioskaOFF, Spazio MAI – Movement Art Is (residenza artistica cura_umbria)